I nazisti e l'oro della Banca d'Italia by Sergio Cardarelli Renata Martano

I nazisti e l'oro della Banca d'Italia by Sergio Cardarelli Renata Martano

autore:Sergio Cardarelli, Renata Martano [Sergio Cardarelli, Renata Martano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Collana Storica della Banca d'Italia
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2019-04-15T16:00:00+00:00


232 L’intero ammontare dell’oro recuperato durante e immediatamente dopo il conflitto dagli Alleati è stato stimato in circa 337 tonnellate. La notizia è riportata nella relazione distribuita dalla Bank of England alla Conferenza di Londra sull’oro trafugato dai nazisti del dicembre 1997 (cfr. supra, Premessa, p. ix).

233 La Conferenza di Potsdam (17 luglio-2 agosto 1945) affrontò alcuni dei problemi dell’amministrazione della Germania sconfitta. In particolare venne decisa, almeno formalmente, una gestione unitaria della Germania da parte dei vincitori, allontanando l’ipotesi di uno smembramento di quel paese e affidando l’applicazione di questo principio a una commissione alleata. Infine venne affrontato il problema delle riparazioni tedesche e in questo ambito venne sancito che, in attesa del Trattato di pace, ciascuna potenza occupante potesse prelevare impianti e materiali in conto riparazioni nella zona di propria competenza.

234 Questa opinione rappresentava un ribaltamento della posizione statunitense dei mesi precedenti: infatti il Dipartimento di Stato era sembrato orientato a considerare le riserve monetarie in oro alla stregua degli altri beni depredati dai nazisti e addirittura, in contrasto con l’opinione del Dipartimento, le forze americane nella Germania sconfitta avevano proposto di usare l’oro recuperato nelle zone di influenza statunitense per approvvigionare le truppe di occupazione.

235 Si ricorda che il ritrovamento di Merkers-Rohn aveva avuto luogo in una regione che era poi divenuta zona di occupazione sovietica.

236 Cfr. G. Mammarella, Storia d’Europa dal 1945 a oggi, Laterza, Roma-Bari 1980, pp. 46-52.

237 Department of State, op. cit., p. 55.

238 Nel maggio 1940, alla vigilia dell’invasione tedesca del Belgio, l’oro monetario belga era stato trasferito, insieme a un quantitativo della Cassa di risparmio lussemburghese, presso la Banca di Francia, dove già si trovava in cauta custodia altro metallo belga; complessivamente Parigi conservava, nel maggio 1940, oro belga e lussemburghese per 245,5 tonnellate. Nel mese successivo il Belgio cedette alla Francia 42,7 tonnellate, cosicché il conto oro belga presso la banca centrale francese fu ridotto a circa 202,7 tonnellate. Il 18 giugno 1940 l’oro belga venne trasferito a Dakar, dove fu affidato alle autorità francesi locali. In seguito all’armistizio tra la Francia di Vichy e la Germania, l’oro «di Dakar» venne incamerato dalla Reichsbank. Il 5 febbraio 1941 il Governo belga esule a Londra intentò causa alla Francia ritenendola responsabile dell’oro trafugato dai nazisti. Alla fine del conflitto venne negoziato un accordo tra il Belgio e la Francia e il 22 dicembre 1944 quest’ultima consegnò alle autorità monetarie belghe oro per 198,4 tonnellate. Analogo accordo portò al rimborso dell’oro lussemburghese. In seguito, il Belgio presentò una richiesta di rimborso al Pool dell’oro (organismo di cui si parlerà diffusamente più avanti e al quale venne demandata la redistribuzione agli aventi diritto dell’oro recuperato) e ottenne un indennizzo delle perdite subite durante la guerra. Anche se la richiesta di rimborso venne presentata dal Belgio, l’oro venne consegnato direttamente alla Francia. Le informazioni sono tratte dalla relazione presentata dalla delegazione belga alla Conferenza di Londra del 1997 sull’oro trafugato dai nazisti.

239 Cfr. supra, cap. I.

240 Foreign & Commonwealth Office, Nazi Gold: Information from the British Archives, n.



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